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Basta uno sguardo per ritrovarsi dopo quasi 19 anni.

Il resto del Carlino, Ragazza in carrozzina dottoressa dopo 19 anni con uno sguardo

Ciao a tutti,
oggi volevo rendervi partecipe di una cosa che mi è successa quasi un mese fa.

Il resto del Carlino, Ragazza in carrozzina dottoressa dopo 19 anni con uno sguardo

Sul mio Facebook privato scrivevo questo:

Voi credete nel destino? In quel filo invisibile che tiene legato le persone? Io alle volte sì, ed è questo il caso.

“Oggi mi è successa una cosa particolare, e mi sta girando nella mente da stamattina. Sono entrata in un negozio e mentre la mamma stava facendo il suo giro, io vedo questa signora e incrocio il suo sguardo, più di una volta. Ad un certo punto, con la mia faccia da schiaffi, mi giro e le dico: “ci siamo già viste, vero?“ E lei: “sì“. Io mi sono fermata un attimo a pensare e ho detto: “ospedale?“ e lei ha annuito. In quel momento mi è venuto un brivido che è scorso su tutto il corpo. “Rianimazione“? “Sì, mi ricordo di te nel 2001 ed è bellissimo vedere il tuo sorriso“. (In quel momento non ho più capito nulla) Prima di uscire le ho chiesto un abbraccio e mi ha detto: “mi fai emozionare, mi fai un regalo immenso“ ed io me lo sono goduta tutto. Sono passati quasi 19 anni e, in un istante, è come se fosse stato ieri. Anzi, oggi. Sono stata stupida a non chiederle il nome ma non mi arrendo, la cercherò. Devo riavere un contatto con questa persona, per forza, mi è rimasta dentro. ❤️”

Oggi cosa dire? Beh, partirei con una parola che molti dovrebbero imparare a dire, ovvero: GRAZIE. Non è uno di quelli di circostanza, dovuti o poco sentiti, ma proviene dal profondo del cuore che, in questi giorni, sta battendo un po’ più forte del solito.

Adesso, grazie a due persone in particolare: Sara che ha condiviso il mio stato e Silvia che si è messa alla ricerca di tutto ed ha pubblicato questo articolo, ho una persona in più nella mia vita che non vedevo e non sentivo da quasi 19 anni. Oltretutto, riconosciuta con uno sguardo. Anzi, a dire il vero ho due persone in più, perché in Silvia ho trovato una persona speciale, un’amica. (Tengo a precisare, per non sminuire, che Sara lo era già).
Un altro grazie va a tutte le persone di Rovereto ed a quelle dei paesi limitrofi che mi hanno supportato e mi hanno mostrato tanto calore, non avrei mai pensato. Non so se mi merito tutto questo, non so tante cose perché stanno succedendo talmente tanto in fretta che non me ne sto nemmeno accorgendo, ma so di essere fortunata, nonostante tutto. La vita mi ha messa a dura prova e lo sta facendo tuttora, ogni sacrosanto giorno, ma episodi come questi ti ripagano di tanti sacrifici.

Vi sarò grata di questo per tutta la vita.
Un abbraccio,
La vostra Ele. ❤️

Il pezzo che mi è rimasto più impresso è stato questo:
“La dottoressa, ora in pensione, ha detto che quell’incontro “è stato una delle cose più emozionanti che mi siano mai accadute. Ci sono episodi che segnano la carriera di un medico: Eleonora è stato uno di quelli. Non ho mai dimenticato il suo caso, ricordo ogni particolare: noi tutte della rianimazione ne siamo state colpite e la ricordiamo. Trovarmela di fronte, con quel sorriso, mi ha aperto il cuore e al tempo stesso mi ha tolto le parole. Infatti sono uscita dal negozio senza chiederne il nome. Sono grata a voi del Carlino per aver ci messo in contatto: non vedo l’ora di vederla e stare un po’ insieme a lei.”

Mi sono messa in contatto con questa dottoressa e abbiamo deciso di vederci, presto. Sicuramente sarà dura far riaffiorare ricordi e rivivere 19 anni di vita “dura“, soprattutto quando ci ho messo tanto tempo per mettere da parte alcune cose, ma sarà un viaggio sicuramente indimenticabile. La verità è che sono desiderosa di scavare a quattro mani dentro me stessa per tirare fuori, ancora una volta, tutto quanto. Magari riuscirò, come in un armadio, a sistemare meglio le cose per farcene stare tante altre, mettendole “in fila” bene e, forse, perché no, a darmi delle risposte a dei quesiti che mi sono posta in tutti questi anni. Chi lo sa. Pronta? Forse sì, o forse no. Mi sento come se mi dovessi lanciare con un paracadute che non so se si aprirà o meno, ma ho la voglia di rischiare. Credo che tutto serva e nulla accada per caso, soprattutto in questo.

La dottoressa, come avete letto sopra, dice che il mio caso le è rimasto impresso e, dunque, sono molto curiosa di sapere come hanno vissuto loro, dall’altra parte, la mia storia. Io dalla mia so quello che ho passato, so quello che ho dovuto affrontare, quante cose ho dovuto accettare e in quanti piccoli fori sono dovuta passare per poter andare avanti, ma credo che trovarsi anche in un altro “ruolo“ dove hai la vita di una tredicenne tra le mani, beh, penso non sia per niente semplice. Probabilmente mi farò un po’ male, probabilmente ne ho bisogno, ma voglio sapere ogni singola sensazione che hanno provato e quali sono stati i pensieri nel vedermi così, dato che mi è sempre stato detto che mi hanno presa per i “capelli“. Il primario che mi prese in carico mi disse: “Eleonora, non so se credi in qualcuno o in qualcosa e, se così fosse, ringrazialo perché cinque minuti in più ti avrebbero cambiato la vita, o meglio, non l’avresti più avuta“. Quindi, ovviamente, devo essere grata a loro se oggi sono qui a scrivere di quanto è accaduto.
Sto immaginando come potrà essere questo incontro, ma non ne ho la più pallida idea. So solo che andrò con i nervi scoperti per sentire ancora di più le sensazioni, le emozioni e tutto quanto ne concerne. Voglio immergermi in tutto questo, sentire i brividi, piangere se è necessario, ma venirne fuori consapevole di avercela, nel bene e nel male, fatta e di essere riuscita, per ora, a lottare per tutti questi anni.
Fatemi un grosso in bocca al lupo e, se vorrete, vi terrò aggiornata.

Tutto questo per dire che le cose belle possono accadere, da un momento all’altro, in un giorno ed in un posto qualunque.

PS: prima di giudicare la mia vita, il mio modo di fare o il mio carattere, prima di mettere becco sulle mie scelte di vita e non solo, prima di dirmi cosa devo fare, come ed in quanto tempo, mettiti le mie “scarpe”, percorri il “cammino” che ho percorso io. Vivi ogni mio singolo dolore, vivi tutti i miei dubbi, i miei troppi pianti, le mie crisi dove non sapevo più se andare avanti o mollare, i miei sorrisi, il mio sapermi prendere in giro, le mie battute, le mie risate, passa per ogni singolo buco che ho dovuto attraversare, senza scelta. Prendi le mie stesse decisioni, con le mie debolezze ed è il mio coraggio, assumiti le responsabilità che ho sulle spalle, senti il peso della mia vita ogni singolo giorno… Vivi gli anni che ho vissuto io, duri – durissimi, e cadi là dove sono caduta io e rialzati come ho fatto io. Beh, solo allora potrò avere delle “dita puntate” È tanto facile parlare, farsi “grandi” e toccare punti deboli delle persone per fargli male, ma quando questi diventano punti di forza, credetemi, non ce n’è più per nessuno. Io ci sto lavorando ogni giorno e, per la prima volta, ad oggi, posso dire di vedere dei “piccoli” risultati.
Mi faccio un in bocca al lupo da sola, ma so che ce la farò. Ce la devo fare, per me stessa.

 

Giusto, mi tolgo questo sassolino dalle scarpe: alle persone che mi hanno detto che sono molto “brava” a parole, volevo dire che io non ho visto nessun loro fatto (almeno non nei miei confronti), e quindi, per ora, rimango sempre brava in qualcosa “in più”.  (Modesta, vero?)

Tralasciando tutto ciò, questo è l’articolo:

https://www.ilrestodelcarlino.it/modena/cronaca/dottoressa-angelo-1.4752695?fbclid=IwAR254atWTnlysoLKdvtpBABr2RqPUnVBl5NM7GpBcqmwagCn0r1GjTABHZ8

Volevo ringraziare ancora una volta Sara, Silvia (Del resto del Carlino) e l’azienda Usl di Modena per tutto.
Un bacio.

Ele ♡

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